lunedì 31 dicembre 2012

frammenti (consuntivo)..

si.
in realtà devo mettere alcune cose in conto.
frammenti di gioventù ritornano indietro infiammati.
forse incazzati.
forse scuotendo il capo.
forse continuando a guardare indietro. sorrisi per tutto.
altre storie..

è stata un'ottima annata..

con i piedi ben saldi nell'aria!

martedì 25 dicembre 2012

la prova del nove..

passato un altro natale.
e se un tempo la parola d'ordine spazzata via d'autorità è stata 'no pasaran', adesso ne rincorrono un'altra: 'resistere'.
e se addirittura il maestro ghedini ne fa un cavallo di battaglia (a suon di parcelle), anche io mi fiondo con gli artigli sulla preda e resisto.
ma non resisto sperando il mondo migliore.bazzecole vendoliane riposte in un cassetto: linde, pinte e mai usate.
piuttosto resistere per sé stessi. 
(parlare di egoismo a natale è un atto di coraggio. datemene atto).
siamo onesti, il concetto di 'dare' si è deprezzato e quindi se ne abusa.

sono uscito fuori traccia.
avevo un'idea piuttosto chiara, poi mi sono smarrito.

ad ogni modo, comprendetemi, il mio egoismo ha anche dei lati positivi, forse migliori dei vostri: si propaga sulle persone a me care.
a loro, e solo a loro, ho dato - sto dando - darò. a nessun altro che io ritenga degno.
sono egoista per loro.
per il resto del mondo ci sono gli altri. gli altruisti (dio li benedica, mi fanno sentire una persona migliore, senza troppi rimorsi).

continuate a riempire il mare di gocce, io non vi ostacolerò.
continuate a riempire il mare di gocce, io continuerò a costruire castelli di sabbia sul bagnasciuga.
continuate a riempire il mare di gocce e quando mi annoierò un traghetto mi porterà lontano dall'assillo di ordinare i cocci.
almeno sino al prossimo approdo..

sabato 1 dicembre 2012

delle occasioni perdute e dei loro effetti (con citazioni)

la porta del bagno socchiusa. lo spiraglio di luce che forse attraversava tenuamente la stanza.
ed il cuore che batteva.
mani nei capelli, seduto sul letto. poi pensare ad altro e indaffararsi con la valigia.
sino al sogno, anni dopo, la confessione immortale. inutilmente onirica.

("evaporato in una nuvola rossa in una delle molte feritoie della notte..")

poi parlarne su onde invisibili, eppur reali, con arbitro la censura.
frenare l'istinto. biasimevole eppur apparentemente necessario.
oh grillon..

("e mai che mi sia venuto in mente di essere molto più ubriaco di voi...")

venerdì 2 novembre 2012

degli occhi gonfi e delle lacrime..

e tutte le volte che sedevi a capotavola.
la bottiglia di champagne che esplode. anche le pareti si inebriarono quella bellisima serata di fine anno!
tutte le volte in cui si andava a cinema. ogni domenica.
fa male.
le tue distrazioni. galleggiavi nell'aria.
oppure seduto dietro la tua scrivania, lì a casa.
 
sino a quello che ora ritengo un segno del destino. averti incrociato proprio quel giorno, per l'ultima volta e senza saperlo, per strada.
poi più nulla. solo tanta attesa.
la speranza.
infine il buio.
 
ricordo indimenticabile.
 
goodnight, sweet prince..

giovedì 1 novembre 2012

ciao f.


(..ci mancherai!)

martedì 16 ottobre 2012

prima che arrivi ottobre..

 
non era un inizio.
non si intravedeva neanche la fine.
più semplicemente, per come la vedeva il buon dio, poteva essere considerato un incidente di percorso.
 
("provate a pensare, anche solo per un attimo, al solco sul viso di una persona tracciato da una lacrima. ora confrontatelo con l'esplosione di gioia di quello stesso viso cui si gonfiano le gote in un sorriso radioso").
 
ne aveva già parlato. e la domanda continuava a gocciolare nella sua testa.
come acqua scorreva. come acqua passava.
 

venerdì 14 settembre 2012

esterno notte: ritorno a casa dopo il calcetto (con amarcord).

questa notte, tornato a casa dopo una giornata da dimenticare, ho contato il numero delle automobili parcheggiate sulla strada.
otto. e occupavano tutto la via da un capo all'altro dell'isolato.
molti, ormai troppi, anni fa su quella stessa strada se ne contavano tre, a volte quattro.
e quasi mai erano presenti nel corso della giornata se non a sera inoltrata.
non a caso quella strada, che sembrava grandissima, un boulevard, un viale enorme, era anche il nostro campetto di calcio.
tre contro tre. quattro contro quattro. era una fatica percorrerlo su e giù.
un giorno, lo ricordo come fosse ieri, una macchina passò interrompendoci e non ebbi di meglio che pensare di lanciare una pietra sul vetro posteriore e scappare in casa di mia nonna (proprio lì dove ora abito io). una gran furbata che, fortunatamente, non costò nulla se non una strigliata.
ora ci sono otto macchine, tra cui un paio di station wagons, ed è impossibile ripristinare i fasti calcistici di un tempo.
d'altro canto sono anni che non vedo ragazzini giocare a calcio per strada.
il resto, come al solito, potete scriverlo o pensarlo voi..

giovedì 6 settembre 2012

alla deriva..

era quasi impossibile che l'avessi perduto.
ed infatti era lì!
la pigrizia, una gran rogna, specie se si intreccia con l'arte del dimenticare.
ma lui era lì. come il mare dei baresi.
ce ne dimentichiamo. forse lo diamo per scontato. ma lui è sempre al suo posto.

(e non ci fa più paura quel mare scuro che si muove anche di notte e non sta fermo mai!)

tra mille rivoli di carta accatastata in portafogli rigonfi e lasciati in un cassetto della scrivania.
un messaggio che è un'esortazione "..ad essere una persona migliore".
era gennaio. gennaio dell'anno 2010.

(e invece di cogliere l'occasione sono nuovamente caduto dalla nave).

sono passati altri due anni e non so se sono diventato una persona migliore.
fortunatamente l'ufficio reclami è in perenne manutenzione.

venerdì 3 agosto 2012

ma non importa..

le idee non sono calde, nonostante tutto, e poi sono caduto anch'io dalla nave..

venerdì 20 luglio 2012

never seemed so strange..


"..this is the story of the road that goes to my house
and what ghosts there do remain
.."

sabato 30 giugno 2012

l'inferno degli affetti..

è molto più semplice pensare che qualcuno non si curi di voi e che, quando lo fa, lo faccia per semplice educazione nei vostri confronti.
quindi vi sentite al riparo finchè, poi, qualcosa va storto e il vostro castello di sabbia crolla per colpa di una debolissima onda.
a quel punto non conta più rilevare che sarebbe bastato costruire quel castello qualche centimetro più lontano dalla riva, perchè -se avete deciso di erigerlo lì- lo avete fatto per accettare una sfida. che irrimediabilmente perderete.
allora passerete un paio di pomeriggi con l'ansia che qualcosa accada e vi strofinerete le mani sino a farvi male. in testa un solo pensiero: come vorrei essere libero!
e vorreste trovare il coraggio per fare una sola domanda. ma la paura della risposta, qualunque essa sia, è più forte della voglia di chiedere.
è la viltà degli affetti.
spesso affetti fortissimi. ma che devono restare avvolti nella vaporosa coltre del dubbio.
perchè solo così resterà vivo quel margine di incertezza che ci concederà la tanto agognata libertà..



venerdì 29 giugno 2012

il calcio deve tornare ad essere agonismo violento sugli spalti...

noiosissima cornice intorno al campionato europeo in corso.
gli scarti del giornalismo italiano, con ausilio dei peggiori esperti di sempre, si sono dati appuntamento sulla rai e, ancora una volta, ci hanno fatto venire voglia di dare 100 e rotti euro di calci in culo alla dirigenza (altro che canone!).
i giornalisti della carta stampata ci hanno rovinato intere giornate propinandoci il solito brodino sul paragone economico-sportivo delle sfide germania - grecia e germania - italia.
adesso non avranno un cazzo da scrivere e probabilmente la butteranno sulla finale dei paesi sulla soglia del baratro che cercano nello sport una rivincita.
sopra tutti il re dei cretini, ivan zazzaroni, che è riuscito a superare marcello lippi (finito ad allenare in cina, dando finalmente la prova della sua pochezza manageriale) inanellando una serie di panzane sull'inutile convocazione di balotelli e cassano che, secondo lui, avrebbero dovuto essere relegati in panchina a vita e invece ci hanno regalato il passaggio del turno contro gli irlandesi e, ieri, la finale.
per fortuna al sottoscritto piace la birra.


martedì 26 giugno 2012

aver pietà di se stessi..

se solo avessi un pò più di tempo per pensare, sarei qui a raccontarvi che...





(il resto scrivetevelo da soli.)

martedì 12 giugno 2012

l'importanza di essere un utile idiota..

mi avete rotto il cazzo.
antonio cassano. siccome non gli frega niente se in nazionale ci siano o meno omosessuali (pardon, froci) e si augura che comunque non ci siano, ecco venir giù la solita valanga di perbenismo all'italiana. quello dell'ultimora!
e questa volta la provenienza geografica e l'ambiente culturale di provenienza di tonino non basta a fargli scontare la pena.
ecco.
antonio di natale disse le stesse cose, magari in un italiano più corretto, qualche settimana fa e nessuno ci ha fatto caso.
ma il problema è un altro:
alzi la mano chi, fino a cinque minuti prima delle dichiarazioni di antonio cassano, si poneva in maniera esistenziale il problema dei calciatori omosessuali timorosi di fare outing.

senza dimenticare che il "committente" della questione è tale cecchi paone. cioè un utile idiota.

(mi avete fatto scrivere due post in un solo giorno. un record. me la pagherete cara, snob radical-chic dei miei coglioni!)

le radici della disaffezione..

quando ero piccolo (che frase priva di sentimento per aprire un post!) il campionato europeo o i mondiali costituivano la rivincita del nazionalismo che impera in ognuno di noi.
i balconi erano un tripudio di tricolori.
(e io individuavo quelli che commettevano reato esibendo la bandiera al contrario: il verde vien prima del rosso, cazzo!).
stamattina, percorrendo la strada che da casa mi porta in studio, avrò contato un paio di bandiere.
disaffezione. proprio vero!
ad ogni buon conto mi annoio, anche il sottoscritto da anni non fa sventolare il tricolore sul terrazzo di casa. mentre quello che avevo fisso nella mia camera è stato rimosso da una madre che vedeva nel simbolo dell'orgoglio nazionale un habitat naturale di polvere.
come darle torto?

lunedì 11 giugno 2012

damnatio memoriae (.0)

beppe grillo è stato paragonato a benito mussolini.
facile prendersela con chi non ha la possibilità di replicare!
mi riferisco al comico genovese, of course.. 

(si. la verità è che mi sono iscritto a tuitter e quindi ormai ragiono in tuitt. vostro affezionatissimo, t2s)

venerdì 25 maggio 2012

qu'est-ce que c'est?


 
‎"you're talkin' a lot, but you're not sayin' anything.."

mercoledì 23 maggio 2012

"possiamo sempre fare qualcosa.."

“…non attardiamoci, quindi, con rassegnazione, in attesa di una lontana, molto lontana crescita culturale, economica e sociale che dovrebbe creare le condizioni per la lotta contro la mafia…”

sono passati oltre venti anni da quando giovanni falcone pronunciò questa frase…

cosa è cambiato?
alcuni potrebbero rispondere molto, altri poco…

il peccato peggiore, però, è nel non porsi la domanda…

martedì 22 maggio 2012

la merda in testa e la cultura del sospetto..

la voracità della stampa continua a rendere più insopportabile la vicenda brindisina.
sfogliare i giornali o consultare le testate on-line, in questi giorni, risulta sempre più uno spreco di tempo.
nell'arco di quattro giorni è stato detto tutto e il contrario di tutto. ad oggi poche, chiare, certezze: magistrati sotto pressione, un presunto colpevole risultato innocente sbattuto in prima pagina (come il famoso mostro) e una volante della polizia presa a calci da una folla inferocita.

che noia!

la politica di certo non aiuta.
il ballottaggio di parma ha regalato al nostro paese il primo sindaco al servizio di un giullare.
tutti sono ansiosi di vedere come andrà a finire e se il movimento del comico genovese è veramente capace di amministrare una città (primo banco di prova per il salto al governo? dio ce ne scampi..).

ora, non so se la frase che sto per citare ha altri significati (ben più profondi di quelli che il sottoscritto possa carpire), però qualcuno più importante di me (almeno stando ai libri di filosofia) ha scritto qualche millennio fa: "così muore la democrazia: per abuso di se stessa. e prima che nel sangue, nel ridicolo".

sono un vecchio brontolone? allora voi iniziate ad abbassare il volume..

sabato 19 maggio 2012

l'errore del bombarolo...

tutti straparlano della devastante esplosione davanti una scuola di brindisi che ha ucciso una studentessa e ne ha ferite altre sei.
l'avvicinarsi del 23 maggio, la presenza della carovana antimafia di 'libera' a pochi chilometri dal capoluogo dell'alto salento, l'attentato al presidente di un'associazione antiracket di mesagne, la provenienza dallo stesso paese del collaboratore di giustizia che ha consentito l'ultima rumorosa retata negli ambienti della sacra corona unita, ha fatto subito gridare alla matrice mafiosa -poi calmierata dal ministro dell'interno- del drammatico evento.
allora voglio straparlare anche io.
chi ha commesso tale gravissimo atto avrebbe dovuto avere la decenza di completare l'opera, sistemando un altro ordigno a pochi metri da attivare due ore dopo la prima esplosione.
avremmo assistito in diretta alla morte di chi, con la scusa di informare e di documentare, sta già sbranando i resti mortali della povera sedicenne e non vede l'ora, magari, di dare per primo la notizia che "purtroppo anche la ragazza gravemente ustionata non ce l'ha fatta!".
per poi recarsi senza alcun indugio sotto casa a raccogliere le lacrime dei familiari per sbattercele in faccia durante l'ora di cena.

dimenticavo. per me non si tratta di mafia.

venerdì 4 maggio 2012

t2s intervista t2s..


d: "la foto del tuo profilo ricorda quel famoso film in cui c'era un fantasma senza testa che vagava spensierato per le strade del paese nelle ore serali"
r: "effettivamente è quello che hanno pensato tutti stando al sondaggio commissionato al vate mannheimer"
d: "come hai fatto a scrivere correttamente mannheimer?"
r: "ho aperto gogol e ho cominciato a digitare manneh.."
d: "sei un grande! io non ci avrei mai pensato"
r: "male, molto male.."
d: "ora passiamo alle domande più frivole: quanti errori politici hai commesso nella tua vita?"
r: "direi tre"
d: "il più grave?"
r: "mah, direi il terzo"
d: "quindi tu rappresenti l'eccezione della regola secondo cui dagli errori si impara"
r: "infatti. l'errore deve essere sempre più grande altrimenti non c'è gusto"
d: "il terzo errore è un pò come il corrispondente segreto di fatima, possiamo svelarlo?"
r: "certo che si: ho votato motivando la mia scelta in perfetta coerenza antitetica"
d: "cioè?"
r: "ti faccio un esempio: oggi non voto te perchè hai un braccio più corto dell'altro, domani ti voto perchè il tuo avversario è amico di uno che mi sta sulle palle"
d: "quindi profonde motivazioni ideologiche"
r: "certamente. è il metro che d'ora in poi utilizzerò quando mi recherò alle urne"
d: "ma tu non avevi detto che una cabina elettorale non fa la democrazia?" 
r: "infatti. ho detto molte cose, quasi tutte sciocche ma ragionevoli"
d: "e quindi?"
r: "e quindi non cambia una virgola. io vado a votare perchè voglio riempire la mia scheda elettorale con i timbri della sezione e ritirare il premio quando la completo"
d: non c'è un premio se completi la scheda elettorale"
r: "ah..."
d: "ci sei rimasto malissimo. mi spiace. ma ora cambiamo argomento perchè voglio sbrigarmi per andare a bere la birra"
r: "si, si!"
d: "qual'è la tua ultima ossessione"
r: "penso i porti"
d: "ti piace andare a mare?"
r: "no, affatto. mi piacerebbe più andar per mare. odio la spiaggia, esprime un senso di immobilità che contrasta con l'eterno movimento dell'acqua"
d: "questa te la sei preparata da tempo"
r: "si, non rompere i coglioni. però ho oggettivamente ragione"
d: "questa intervista si sta dilungando troppo. ultima domanda: che fai stasera?"
r: "vado a bere la birra. sei invitato, pago io"
d: "che buona la birra!"

giovedì 3 maggio 2012

elogio del dr. pira (con citazione)..

circola nelle ultime ore la notizia di un uomo barricato in una sede periferica dell'agenzia delle entrate che minaccia di togliersi la vita con tanto di ostaggio al seguito.
leggere i giornali diventa sempre più noioso.
per fortuna i giornali non mi interessano, a me piace la birra!

lunedì 30 aprile 2012

1, 2, 3 maggio..

e così domani è primo maggio.
per un giorno e un giorno solo il tripartito sindacale scatterà la sua foto sul modello ormai noto come "abc" (l'altrettanto tripartito politico che regge il governo dei professori e dei banchieri).
a far da padrino, al posto dell'impettito premier, il sindaco di roma. solo che quest'ultimo, invece di tener le braccia ferme e immobili lungo i fianchi, brandisce un conto di 240mila euro.
dopodomani è 2 maggio.
i giornali osserveranno un giorno di riposo.
il 3 maggio non si potrà pretendere che i lettori abbiano ancora memoria e io sarò troppo occupato a procacciarmi birra!

sabato 28 aprile 2012

beppe grillo e il popolo d'italia..

un insospettabile benito mussolini scriveva, nel luglio 1920, sul 'popolo d'italia' che "...tutte le altre associazioni, tutti gli altri partiti, ragionano in base a dei dogmi, in base a dei preconcetti assoluti, a degli ideali infallibili, ragionano sotto la specie della eternità per partito preso. noi, essendo un antipartito, non abbiamo - si passi il pasticcio - partito preso...".
per essere antipartito, dunque, non bisogna aver dogmi, preconcetti assoluti, ideali infallibili ed eterni.
dormiremo sonni tranquilli il prossimo 28 ottobre! grillo non ha i requisiti per marciare verso la capitale con i suoi fedayn.

venerdì 9 marzo 2012

nessuna resa..

(sempre più convinto che bisogna ricordare le date di nascita e non quelle di morte...per il resto, la speranza, potete chiamarla come volete!)


B.S. - march 09, 1954

lunedì 5 marzo 2012

le lacrime di putin e il partito democratico..

brutta grana, quella delle primarie palermitane, per la dirigenza del partito democratico.
sventolate sotto il naso dell'opinione pubblica quale estremo rimedio democratico, eccole sempre più trasformate in cruenti lotte intestine e certificate con il bollo notarile del popolo sovrano.
ben fa rita borsellino a chiedere il riconteggio delle schede. e dio l'assista.
se i dati saranno confermati oltre al danno vi sarà la beffa: democraticamente partiti, sovieticamente finiti.


lunedì 27 febbraio 2012

morte violenta dell'uomo che sputò in aria e gli tornò in faccia...

l'italia è quel paese dove un manifestante si arrampica ad un traliccio dell'alta tensione, resta folgorato, precipita e va in coma. e la colpa è della polizia.
l'italia è quel paese dove un manifestante si arrampica ad un traliccio dell'alta tensione, resta folgorato, precipita e va in coma. e per tale motivo i lavori dell'alta velocità devono essere sospesi.
i conti non mi tornano e il cannibalismo che "taluni personaggi" stanno ponendo in essere con il solo scoop di gettare benzina sul fuoco è quantomeno becero.
il rispetto per un uomo in coma passa in secondo piano. quel che conta è divorarne i resti umani in bilico tra la vita e la morte.
la storiella è sempre la stessa: come quella del manifestante libero di scagliare un estintore verso una campagnola dei carabinieri in panne.
la dietrologia porta a dire: se quel manifestante avesse avuto la brillante idea di non eccedere nel suo "diritto di manifestare" (il buon senso in italia è sempre una vittima sacrificale della sciocca democrazia) adesso non sarebbe in una pozza di sangue o spiaccicato a terra dopo un volo di parecchi metri.
sulla vita umana non si sputa. ma sarebbe buona cosa anche non sputarsi addosso.

martedì 21 febbraio 2012

non c'è il poi..


era un sonnacchioso tardo pomeriggio di un sin troppo freddo lunedi di febbraio. o forse era un martedi.
eravamo seduti uno di fronte l'altro e stavamo finendo la terza pinta di birra chiara.
io avvertivo ormai l'impellente bisogno fisiologico di liberarmi da tutti i mali.
ma sul più bello mi trovai costretto a stringere i denti.
"sai cosa?"
sai cosa? è esattamente il tipo di domanda che non vorrei mi fosse mai posta.
non potevo urlare 'no, cazzo, non lo so cosa' e così mi limitai a tirare l'ultimo lungo sorso dal mio bicchiere e fare un cenno alla cameriera per un altro giro.
intanto aveva ripreso a parlare.
"mi domando spesso se abbia mai pensato, anche solo per un minuto, di amarmi".
era insopportabile. non mi rimase che lanciargli una serie di rapide e feroci occhiate: un modo come un altro per dimostrargli affetto, pietà, comprensione e indifferenza.
la cameriera passò accanto al tavolo, afferrò il bicchiere vuoto e ne posò uno colmo di biondo nettare. diedi subito un bel sorso.
"e cosa te ne faresti anche se fosse accaduto?"
"niente. forse semplicemente avremmo avuto qualcosa in comune".
si alzò e si diresse verso il bagno.
rimasi per qualche secondo con la bocca aperta, poi alzai lo sguardo verso il televisore proprio nel momento in cui gli avversari andarono in rete e un gruppo di studenti ubriachi iniziò ad urlare di gioia.

venerdì 17 febbraio 2012

questo ricordo non vi consoli..



("non maleditemi non serve a niente tanto all'inferno ci sarò già..")

lunedì 13 febbraio 2012

lezioni dalla città - urbanistica/3




il lungomare di bari, fiore all’occhiello della gestione ministeriale di crollalanza, a distanza di 80 anni sembra essere tornato di moda in una città che, negli ultimi decenni, aveva preferito estendersi nell’entroterra quasi a voler simboleggiare l’abdicazione al suo naturale connubio con il mare.
il tumultuoso progresso urbanistico ed edilizio, molto spesso e a suon di varianti con buona pace di quaroni, sembra aver recentemente perso –secondo le dichiarazioni del presidente locale dell’associazione costruttori– smalto  e vigore economico.
quel tumulto, tuttavia, è riuscito a “regalare” alla nostra periferia (dalla snob poggiofranco sino al dimenticato san pio, passando per santa fara e santa caterina) intere fortezze di cemento, simbolo di una città che, spacciandosi per ambiziosa area metropolitana, si riduce ad essere un grande paese di provincia che insegue il suo destino fatuo e senz’anima.
immaginiamo, ora, una passeggiata virtuale da quel nodo di terra che congiunge il san paolo a san girolamo sino al raccordo che collega san giorgio alla spina dorsale delle nostre arterie stradali. in mezzo la fiera del levante, il liceo orazio flacco, il porto vecchio, gli squadrati e fascistissimi palazzi istituzionali.
i segmenti radicali di questo percorso sono recentemente balzati agli onori della cronaca. la parola chiave è “riqualificazione”.
ecco quindi l’idea di dare nuova linfa al litorale sud della città e, in particolare, alla serpentina che ingoia il triangolo parco perotti – japigia – san  giorgio.
applaudiamo calorosamente l’iniziativa perché, dopo le grancasse suonate dall’amministrazione comunale in occasione dell’abbattimento di punta perotti, qualche dubbio aveva lasciato la scelta di fermare all’episodico tritolo l’azione “repressiva” contro l’abusivismo edilizio.
superato il parco, infatti, ci si imbatte in un’articolata storia suburbana intrisa di degrado e miseria umana, di prostituzione e occupazione illecita di strutture pericolanti.
al sentito applauso, che dovrebbe sfociare in un “concorso pubblico di idee” per la riqualificazione dell’area, si deve però registrare l’amara “confessione” dell’assessore comunale all’urbanistica: «stiamo cercando di capire caso per caso – ha detto al “corriere del mezzogiorno” di ieri elio sannicandro – quali sono le costruzioni regolari e quelle invece abusive. poi comincerà la fase del dialogo con i proprietari, anche se in alcuni casi diventa difficile. Alcuni sono emigrati anche all’estero e di queste proprietà ormai non se ne occupa più nessuno».
una storia già vista: all’oblio si aggiunge la negligenza consumata nel tempo dalle amministrazioni comunali alla guida della città.
tuttavia, mettendo da parte ogni (pur legittima) polemica, auspichiamo che la procedura di riqualificazione non venga stritolata dalla lentezza della macchina burocratica.
abbiamo tutti negli occhi la vaporosa vicenda del c.d. "waterfront" di San Girolamo: bando pubblico del luglio 2008 e aggiudicazione nel maggio 2009.
all’alba del 2012, nonostante pomposi quanto sterili annunci di regime, alla periferia nord della città si continua ad attendere al riparo di casermoni in stile architettonico sovietico che mortificano la dignità umana. ma anche il tentativo di immaginare un futuro davvero sostenibile.
(www.paginaprima.it)

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puntate precedenti:

lunedì 6 febbraio 2012

storie vaghe indegne di morale (#0)


avevo due padroni. uno si chiamava dio, l’altra follia.
un giorno dio mi disse: “ti allontani dal giardino dell’eden: non sei degno al mio cospetto”.
il giorno successivo follia mi disse: “sii riconoscente verso questo giardino perché i frutti ti appartengono”.
il primo grondava sterile rancore, la seconda livido egoismo.
il terzo giorno imparai la pietà.

giovedì 19 gennaio 2012

trinacria, come sei bella..

Sai cos’è la nostra vita? La tua e la mia? Un sogno fatto in Sicilia. Forse stiamo ancora lì e stiamo sognando” (Leonardo Sciascia, Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia, 1977).

Ho un legame particolare con la Sicilia, con la sua storia, i suoi scrittori e la sua cultura.
E, diciamocelo senza chiose radical-chic, con la sua enogastronomia.
Da quanto si apprende sui giornali l’Isola ha inaugurato i suoi Vespri in salsa global-economy mettendo in piedi un vasto movimento di protesta: “Forza d’Urto”.
Il tam-tam, come capita spesso nella generazione 2.0, si è diffuso viralmente sui social network.
Sul quotidiano “La Sicilia” si legge che l’iniziativa coinvolge autotrasportatori, il c.d. “Movimento dei Forconi”, pescatori, piccoli imprenditori, commercianti e che vanno moltiplicandosi le adesioni, tanto che i punti di raccolta dei manifestanti (diffusi in strade, autostrade, porti e zone nevralgiche delle città) sono numerosi: se lunedi vi erano 26 presìdi, nella giornata di martedi il numero è almeno quadruplicato e molti esercenti hanno deciso di abbassare le saracinesche in segno di solidarietà con la cosiddetta “Operazione vespri siciliani”.
Se così va delineandosi il piano d’azione, le richieste si agganciano alla necessità di ottenere più infrastrutture e sgravi sul caro-gasolio, tasse e costi delle aziende nonchè di creare una ‘Zona franca’.
Il movimento di protesta, che sta accogliendo tantissimi favori sulla rete, sembra essere accompagnato da quel patologico fenomeno italiano per cui – al furor di popolo – deve assolutamente aggrapparsi il politico di turno.
E, come fuoco di fila, è arrivato il plauso e il sostegno di Gianfranco Micciché (“Grande Sud”), Marcello Dell’Utri (forse alla ricerca di nuovi “eroi”) e “Forza Nuova”. Non scivoleremo, tuttavia, nel deserto arido e sterile delle “facili” polemiche.
La riflessione è altra.
La storia ci ha raccontato la Sicilia come una terra di conquista, culla delle contaminazioni normanne, arabe e cristiane, punto di non ritorno (tra luci ed ombre) della risalita anglo-americana verso Berlino durante il secondo conflitto mondiale, ardente di ambizioni e sogni secessionisti.
E’ la storia bellissima di una medaglia a due facce, quella della Trinacria: da sempre rigurgita nell’isola un ribellismo puro, incontaminato, mai domo. Da sempre qualcuno tenta di alimentarlo per poi spegnerlo a giuochi fatti.
È partita la carovana dei forconi – ha commentato lo storico siciliano Giuseppe Casarrubea – sappiamo dove vanno, ma non conosciamo chi li spinge”.
Restiamo, ancora un pò, alla finestra.

giovedì 12 gennaio 2012

vedi bari e poi muori..

il capoluogo pugliese è balzato agli onori della cronaca (nera) negli ultimi giorni tracciando un cerchio di morte e disperazione culminato nel gesto estremo del suicidio. 
l’ultimo è quello dei coniugi de salvo strozzati dall’impossibilità di potersi permettere un tetto. 
i media hanno ricamato sui giornali la favola triste dei disperati, degli ultimi, dei senza dio, costretti ad una vita di povertà e solitudine. 
gli esperti hanno denunciato il rischio (già concreto) di emulazione. 
la politica ha solidarizzato, per carità, cercando altrove le responsabilità o raccontandoci prontamente che era stato fatto il possibile (per quanto di loro competenza). 
tra qualche giorno tutto finirà nel dimenticatoio. Lo spettacolo deve andare avanti. 
almeno sino alla prossima portata sulla tavola imbandita della comunicazione al servizio della demagogia. 
e intanto? 
intanto una massa indistinta di gente che non riesce ad arrivare a fine mese si incammina incerta e zoppicante verso un futuro sempre più avvolto dalla nebbia promanata dalla fitch rating di turno. 
intanto a santa fara, a poggiofranco, a santa Caterina si innalzano cattedrali di cemento superaccessoriate (magari inizialmente destinate alle forze armate impegnate nella lotta alla mafia ma poi stranamente abitate da prestigiosi uffici e benestanti concittadini).
intanto per la riqualificazione (“waterfront” lo chiamano, per farci sbalordire!) degli alloggi popolari di san girolamo (anno del signore 2008) la burocrazia sonnecchia. 
intanto i nuovi poveri strozzati dagli affitti sono in arrivo. la polizia cominciasse a lucidare stivaletti, scudi, elmetti e manganelli: seguiranno sgomberi di abusivi dagli alloggi iacp!
intanto la “questione edilizia” viene romanticamente affidata al destino: nella città dei costruttori, intruppati nell’uno e nell’altro schieramento politico, non è tempo di agire. 
e nemmeno di capire. 
la crisi del mattone, poveri, fa piangere anche i loro bilanci!

domenica 1 gennaio 2012

dal presidente operaio al presidente sindacalista..


Avevamo salutato con tiepido ottimismo il discorso del Presidente Napolitano del 2010, allorquando sembrava esser riuscito nell’ardua impresa di solleticare nei giovani italiani la voglia di rivalsa.
È passato un anno politicamente ed economicamente complesso e così quell’auspicio si è trasformato in una drammatica presa di coscienza.  
Ci saremmo quindi aspettati un discorso più pragmatico. 
Ed invece, ahinoi, ci ritroviamo a condividere le parole del pagano Calderoli, secondo cui, dato il curriculum del titolare del Quirinale, il Presidente della Repubblica “avrebbe potuto fare un esame di coscienza su quello che non si è riuscito a fare fino ad oggi”. 
Certamente possiamo replicare all’ex Ministro leghista che non conviene parlare di quello che “non si è riuscito a fare fino ad oggi”, dato che sino a ieri avrebbe dovuto (anche) farlo il Governo di cui era parte. 
Ma questa è un’altra storia. 
Le parole chiave di Napolitano sono quelle già sentite da Mario Monti: sacrifici, rigore, crescita.  In sottofondo l’ormai sbiadito ricordo del 150° anniversario dell’unità nazionale.
Nulla di nuovo sotto il cielo di un’Italia che si apprestava, statistiche alla mano, ad un cenone di fine anno divenuto semplice cena. Ma ciò che più ci ha colpito del discorso del primo cittadino italiano è stato il lungo deja vù con cui il Presidente ha simbolicamente trasformato la scenografia istituzionale in una officina operaia. 
Non è infatti passato inosservato il richiamo “gentile” ai sindacati, invitati a ricordare il periodo storico in cui furono capaci di “esprimere slancio costruttivo, nel confronto con ogni realtà in via di cambiamento, e anche di fare sacrifici, affermando in tal modo, nello stesso tempo, la loro visione nazionale, il loro ruolo nazionale”. 
Vedremo come reagiranno i tre moschettieri, nuovamente a braccetto sotto l’egida del dictat “o noi o le lobby” che per un attimo ci ha riportati al tempo in cui o si era con Lui o contro di Lui. 
Sul punto, da par nostro, suggeriamo alla Camusso di cambiare parrucchiere. 
Alla fine della corsa rimane dunque un senso di smarrimento affogato con solerzia in un piatto di spaghetti alle vongole. 
Domani è un altro giorno.


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