venerdì 18 febbraio 2011

(check your people, check your camp...check your camp, check your people!)

stanotte ho fatto un sogno.
non ne ricordo esattamente il contenuto, ma sono certo di averlo fatto.
mi sono rimaste impresse solo delle scene sfumate e dei dialoghi ormai distorti nella mia testa.
sono altrettanto quasi sicuro che non sia la prima volta che faccio questo sogno o, forse, si tratta di un deja vù all'inverso.
sta di fatto che ho provato un senso di tristezza al mio risveglio, come se volessi che quel sogno nn si fosse mai realizzato.
ora tutto ciò sembra non avere alcun senso (lo vedremo). mi spiego.
accade, o perlomeno può accadere, di avere una certa considerazione (o conoscenza, chiamiamola come meglio ci piace) di una persona o di una cosa o di un lavoro o di che diamine vogliamo.
poi capiamo di aver sbagliato "impressione" e interpretiamo il "nuovo segno" alla luce di fattori che prima non potevamo nemmeno immaginare o ipotizzare.
ma questo è il meno.
ho detto qualche rigo sopra: come se volessi che quel sogno nn si fosse mai realizzato.
ciò sembrerebbe non aver senso. e difatti non riesco a capire nemmeno io cosa intendo dire.
ed infatti logica vuole che si dovrebbe desiderare la realizzazione di un sogno.
al contrario non si desidera la concretizzazione di un incubo.
ora, come la mettiamo con l'avvenimento di un fatto che si è poi trasformato in sogno?
mi pare evidente che sto cercando di arrampicarmi sugli specchi.
non lo nego.
ma lo faccio cercando di darmi una risposta.
mettiamola così: forse non c'è una risposta.
qualche anno fa mi capitò di parlare con una persona circa "le risposte" e la loro "tempistica".
il sunto del dialogo può essere qui sintetizzato con un verbo: aspetterò.
magari fra un pò di tempo quel sogno si farà più chiaro, le voci più delicate e avrò il senso pieno delle mie sensazioni, consapevole del fatto che, molto probabilmente, mi sbagliavo e quella "tristezza", in realtà, avrebbe dovuto essere "felicità".
se fino a quel momento questo blog esisterà ancora, avrete notizie.
altrimenti potrete leggere questo post come tanti altri qui presenti e sintetizzare il tutto nella massima: "considero questa lista come fosse un foglio di carta: appallottolare e cestinare".
appallottolare e cestinare!

(ho omesso di premettere che questi giorni non sono stato molto bene. e quando sto poco bene mi capita di avere notti piuttosto disturbate. ma non penso sia strano e probabilmente non ha nulla a che fare con tutto ciò).

mercoledì 9 febbraio 2011

staccare la spina..

non sapevo che luttazzi avesse inciso un album nel 2005 (ma scritto negli anni '70); "money for dope" è il nome del disco e della canzone finale, dedicata ad una sua amica morta per overdose...malinconica e triste, ma davvero molto bella.

giovedì 3 febbraio 2011

(senza titolo)

longanesi disse che le rivoluzioni iniziano per strada e finiscono a tavola.
un modo italico di intendere ciò che orwell, nove anni più tardi, ribadì in uno dei suoi più famosi libri (1984): "non si stabilisce una dittatura nell'intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell'intento di stabilire una dittatura".
in questo miasma di puzze filtrate dal sistema democratico mi pare evidente che non c'è scampo.
ma di questo parleremo un'altra volta.
in questi giorni non riesco a pensare, come se qualcosa di indefinito mi pesasse sulla testa suggerendomi di assopire la mente per rivolgere la mia attenzione altrove (e senza nemmeno aver tutti i torti!).

la mia rivoluzione è iniziata per strada tanti anni fa e adesso mi tocca constatare che, effettivamente, sta finendo a tavola tra un bicchiere di vino e una conversazione leggera sugli ultimi accadimenti nostrani.
sterile. anemica. livida.
mi sembra di aver già affondato le mani nel terreno  alla ricerca di queste "radici del male" e non posso non ammettere che il nodo della cravatta tende a stringersi.

(risolvi l'indovinello)

proprio qualche giorno fa mi è capitato tra le mani un cd che acquistai tanti anni fa (era il 1996? 1997?) durante un concerto.
sono andato a curiosare su internet quale fine avesse fatto quel gruppo.
sciolto nel 2003, ma il suo leader è ora impegnato in un altro progetto musicale.

se dovessi ripercorrere con la mente gli ultimi 15 anni della mia vita non proverei dolore.
e le ragioni sono a monte di un pensiero che ora mi riesce difficile spiegare. o forse, più semplicemente, non c'è.