lunedì 28 luglio 2014

solo questo, niente di più..

fosse davvero facile. dirlo.
fosse davvero semplice. crederci.
fosse davvero semplice. dirlo senza crederci.
fosse davvero facile. crederci senza dirlo.
è un modo perentorio di chiudere un discorso.
a volte un modo superficiale per tagliare una conversazione.
e per rendere più efficace il senso, siam soliti incorniciare il quadro dandogli un titolo: "fretta".
vien da chiedersi, quindi, se pesiamo le parole dando l'impressione di non pesarle.
leggere.
inutili.
cosa voglio dire? solo questo, niente di più.

venerdì 23 maggio 2014

polvere alla polvere..

il ventitre maggio avrebbe dovuto essere un giorno come gli altri.
accadde, però, che quel pezzo di asfalto, già rovente, si frantumò in granelli di polvere incendiaria che squarciarono vite, destini e passioni.
il ventitre maggio sarebbe stato un giorno come tutti gli altri.
accadde, però, che quei granelli di polvere si posarono sulla coscienza di ognuno lacerandone gli animi.
 
era il risentimento. era il dolore. era la rabbia.
 
il ventitre maggio non è un giorno come gli altri.
accade, infatti, che inizi un conto alla rovescia.
 
meno cinquantasette,
meno cinquantasei,
meno cinquantacinque,
etc.


mercoledì 21 maggio 2014

il can per l'aia, la comune e proudhon..

scavando nei nostri archivi, pubblichiamo..

«le monde diplomatique”, inserto mensile de “il manifesto”, nel numero di dicembre (2011, nda) ha riesumato l’esperienza della comune parigina del 1871 (“l’utopia realizzata della comune” di christophe voilliot).
non è intento del sottoscritto scattare una fotografia dell’evento, quanto piuttosto procedere ad un azzardo teorico che il lettore vorrà consentirmi.
scrive l’autore dell’articolo: “...è necessario ricordare ciò che venne compiuto in quei settantadue giorni che videro i parigini mettere in pratica l’idea di un autogoverno del popolo e trasformarsi in forza militare capace di lottare ad armi pari contro i soldati di mestiere...”.
e allora che accade a distanza di 140 anni?
accade che l’utopia realizzata dalla comune si è diffusa come un virus negli aggregati socio-politici considerati solitamente agli “estremi” dell’arco parlamentare.
cambiano i nomi, ma non i significati.
dunque il mio azzardo. l’atto di forza dei parigini era il sintomo, fomentato da una profonda crisi socio-economica, di un desiderio: quello di riprendersi il potere di decidere e di rappresentarsi senza troppi filtri e cavilli giuridici.
e così di quell’esperienza sono figli variegati le pacifiche comunità hippie degli anni ’70 così come le “eretiche” osservazioni di Massimo Fini che, profetizzando la fine del modernismo, propone il modello comunitario delle città medievali come soluzione del difetto di partecipazione e rappresentanza diretta nel modello democratico (sì come ci è stato imposto).
e, tornando nella parigi dei 72 giorni, non è un caso che –tra gli altri– tornasse di moda proudhon, l’anarchico amante dell’ordine. anche la rivoluzione ha bisogno delle sue regole.
il cruccio che mi tormenta, però, pone un interrogativo leninista: che fare?
prova a rispondere lo stesso voilliot: “la sfida attuale è qui: non attenersi a dei principi, oggi spesso formulati sotto forma di diritti (diritto all’alloggio, diritto al lavoro, ecc.), ma passare alla loro applicazione
”.
mi fermo per non aggiungere altro: non sareste d'accordo».
la tv, intanto, racconta la guerra dei diamanti africani degli anni '90.
venti anni dopo, per il resto, cosa rimane?

sabato 10 maggio 2014

nuotare nell'aria..

la frenesia della giornata fu spezzata da un trillo del telefono.
"ora tu non mi crederai ma ieri, ovvero il giorno del tuo compleanno, ti ho pensato tutto il giorno e poi è sopraggiunta la notte coi suoi sogni. e in un sogno tu mi facevi vedere due video di quando eravamo ragazzini e ballavamo.
"mi sono svegliata e mi son detta: o dio, come si ripete ormai ogni anno i miei auguri gli giungeranno in ritardo!
"ieri, tra l'altro mi son dedicata interamente alle mie 'radici'..insomma, il giorno è volto a termine prima che io me ne rendessi conto.
"in tutto ciò spero tu abbia passato una giornata altrettanto piena e bella! auguri amico mio!"

così. tutto di un fiato. come un pugno nello stomaco che ti mozza il fiato, ma felice di riceverlo.
rimasi in quella serena apnea, travolto da ondate di memoria viva, pulsante.

pensai che, quasi fosse uno strano scherzo del destino, proprio dieci anni prima si beveva spumosa birra tedesca in un locale per festeggiare.
aveva piovuto quasi tutto il giorno. esattamente come dieci anni dopo.

scorrono inesorabili le lancette dell'orologio fendendo e bruciando il tempo.
eppure nulla sembra cambiare.

grazie a te.

mercoledì 16 aprile 2014

le colpe di uno svagato. parte uno di..

non era un inizio.
avrebbe dovuto essere una tappa intermedia.

"provate a pensare, anche solo per un attimo, al solco tracciato da una lacrima sul viso di una persona. ora confrontatelo con l'esplosione di gioia di quello stesso viso cui si gonfiano le gote con un sorriso radioso".

o forse è già un'eterna tappa intermedia.
dio! potresti esclamare, come era bello e superfluo ondeggiare nell'incertezza.
petali che volavano via con il vento immaginando solo di inseguirli per non perderne traccia.