giovedì 9 giugno 2011

andreottide (parte prima di)

massimo fini non ha tutti i torti.
certo, la sua condivisibile tesi sulla democrazia può essere tacciata di eccessivo antimodernismo, ma d'altronde l'antimodernismo è la sua stella cometa.
il comunitarismo (sin troppo localizzato) che è alla base del ragionamento finiano non fa una piega, ma -per essere avvertito come possibile- necessita di grandi trasformazioni sociali ed economiche o,più semplicemente, di un urto repentino che assomigli (di fatto) ad una catastrofe naturale.
non so come andrà a finire, ma certamente se il modello democratico originario (l'unico possibile, al di là delle utopie sinistrorse) dovesse tornare con prepotenza, beh, ben venga.
poi, a monte, si pone la questione della potenziale dittatura democratica: una maggioranza non fa primavera. ed una minoranza scontenta potrebbe far più danni di una grandinata.
a valle, invece, l'equilibrio delle lobbies.
mi sta salendo il mal di testa. la finisco qui.