venerdì 11 settembre 2009

...i miei "aiuto" saranno ancora salvati?

settembre, l'anno nuovo...

"...il resto viene sempre da sé!"

venerdì 4 settembre 2009

la storia dell’imbelle che credeva di poter acquistare il mondo con le sue parole di odio (pomeriggio invernale)

il giorno in cui ho conosciuto charlie è stato un qualche inverno di un qualche anno fa.
ero con mia madre in una libreria per comprare chissà cosa, avevo 15 anni (forse), ed ero convinto della mia condizione di disadattato sociale (e perciò pseudo-rabbioso e ribelle al sistema che in realtà mi aveva incastrato...di questo, naturalmente, me ne accorsi tanto tempo dopo!)…
dicevo, quando ho conosciuto charlie avevo 15 anni (forse) e si è materializzato sotto forma di mozziconi di sigarette (cioè la copertina del suo libro era piena di mozziconi di sigarette - pensavo fosse una scelta ben precisa dell’editore).
e così -colto da improvviso, delirante e fulminante ideale sogno di giovane ribelle- quel giorno ho deciso di acquistare quel libro.
poi, dopo averlo letto la prima volta, mi chiesi cosa stesse cercando charlie da me, perché si era intrufolato come un ladro nella mia stanza e se si era reso conto che le sue poesie non volevano dire nulla.
così, al tempo stesso, mi sono convinto che erano anche i più bei versi del mondo, perché -pensavo- "...dovevo pur fare qualcosa di diverso". rispetto a cosa non si è mai saputo.

(una volta ho letto l'infinito di leopardi, completamente ubriaco, mentre ero seduto sul sedile posteriore di una macchina lanciata a folle velocità, aiutandomi nella lettura con le luci della tangenziale).
(naturalmente tutto ciò non ha senso)

il mio charlie ho imparato ad apprezzarlo solo qualche tempo dopo - e cioè quando decisi che era il tempo di capirlo; colto da sublime ispirazione ho riperto quel libro insensato e ho conosciuto la profondità del dio-matador e del prete-taurino svaniti e risucchiati nella sua e - colti impreparati dalla degenerata alcolicità di quell’arena che non apparteneva loro, di quella chiesa sconsacrata in qualche postaccio, laggiù nei bassifondi di los angeles, california, usa…
finalmente ho avuto tra le mani uno scrittore che amava prenderci in giro, stupidi lettori affascinati da quella vita miserabile (e che eravamo pronti a liquidare con qualche giudizio trallalerò trallalà).

così ho capito il vero problema di charlie: ma non è necessario che lo dica perchè sarebbe altrettanto miserabile e banale (un bel guaio) giudizio; io non ho mai saputo giudicare, questa è la verità.
perchè forte è il rischio di apparire (essere) scontato ma altrettanto vero è camminare per strada e trovarsi tra gli zombie (e forse farne parte)…

(naturalmente non ho detto niente, me ne vado… mi sento banale)