domenica 2 maggio 2010

lezioni dalla città - urbanistica/2

all'orribile non v'è mai fine!
smessi i panni del politico astensionista (trasformatosi in una concretizzazione del nobile principio del "predicar bene e razzolar male"), sono costretto a calarmi nei panni del cittadino indignato, del "tecnico" sensibile, dell'amante del "esteticamente corretto".
impresa ardua in quel di bari (la città che puzza, per chi ben ricorda)!
allora immaginiamo di camminare nel murattiano, ma anche nel quartiere picone e probabilmente anche in quel di madonnella, e proviamo (una volta tanto) ad alzare gli occhi al cielo.
avremo la senzazione, ben descritta da una "collega" blogger, di un solletico fastidioso.
in realtà è qualcosa di più vicino ad un ostinato prurito!
parafrasando volontè, nei panni del tremendo direttore del quotidiano "il giornale" nel film "sbatti il mostro in prima pagina", potremmo sicuramente affermare di non essere renzo piano e di non voler fare una lezione di estetica applicata all'urbanistica, ma lo scenario è avvilente.
quaroni nel 1976 ha cercato di ordinare l'assetto urbanistico della città con un prg in cui, come ha avuto modo di osservare enrico dalfino, <<...bari è pensata come città-metropoli, anzi addirittura come città-regione...>> ( "Dalla Basilica alla Metropoli", in "Bari Mundial" a cura di F. Pirro, pagg. 53-55, Delphos editore).

ma è lo stesso compianto sindaco ad ammettere che <<... sulle connotazioni del primo e del secondo modello non è stata raggiunta ancor oggi identità di veduta...>> (op. cit.) per poi concludere affermando che il piano del 1976<<...nel tempo ha dimostrato la sua inidoneità a garantire una equilibrata gestione dei processi di sviluppo del comprensorio barese...>> (op. cit.).
ed infatti basterebbe dare un rapido sguardo al prg quaroni per poter agevolmente constatare l'incompiuta "bari che è".