il capoluogo pugliese è balzato
agli onori della cronaca (nera) negli ultimi giorni tracciando un cerchio di
morte e disperazione culminato nel gesto estremo del suicidio.
l’ultimo è
quello dei coniugi de salvo strozzati dall’impossibilità di potersi permettere
un tetto.
i media hanno ricamato sui giornali la favola triste dei disperati,
degli ultimi, dei senza dio, costretti ad una vita di povertà e solitudine.
gli
esperti hanno denunciato il rischio (già concreto) di emulazione.
la politica
ha solidarizzato, per carità, cercando altrove le responsabilità o
raccontandoci prontamente che era stato fatto il possibile (per quanto di loro
competenza).
tra qualche giorno tutto finirà nel dimenticatoio. Lo spettacolo
deve andare avanti.
almeno sino alla prossima portata sulla tavola imbandita
della comunicazione al servizio della demagogia.
e intanto?
intanto una massa
indistinta di gente che non riesce ad arrivare a fine mese si incammina incerta
e zoppicante verso un futuro sempre più avvolto dalla nebbia promanata dalla fitch rating di turno.
intanto a santa fara, a poggiofranco, a santa Caterina
si innalzano cattedrali di cemento superaccessoriate (magari inizialmente
destinate alle forze armate impegnate nella lotta alla mafia ma poi stranamente
abitate da prestigiosi uffici e benestanti concittadini).
intanto per la
riqualificazione (“waterfront” lo chiamano, per farci sbalordire!) degli
alloggi popolari di san girolamo (anno del signore 2008) la burocrazia
sonnecchia.
intanto i nuovi poveri strozzati dagli affitti sono in arrivo. la
polizia cominciasse a lucidare stivaletti, scudi, elmetti e manganelli:
seguiranno sgomberi di abusivi dagli alloggi iacp!
intanto la “questione
edilizia” viene romanticamente affidata al destino: nella città dei
costruttori, intruppati nell’uno e nell’altro schieramento politico, non è
tempo di agire.
e nemmeno di capire.
la crisi del mattone, poveri, fa piangere
anche i loro bilanci!
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