giovedì 12 gennaio 2012

vedi bari e poi muori..

il capoluogo pugliese è balzato agli onori della cronaca (nera) negli ultimi giorni tracciando un cerchio di morte e disperazione culminato nel gesto estremo del suicidio. 
l’ultimo è quello dei coniugi de salvo strozzati dall’impossibilità di potersi permettere un tetto. 
i media hanno ricamato sui giornali la favola triste dei disperati, degli ultimi, dei senza dio, costretti ad una vita di povertà e solitudine. 
gli esperti hanno denunciato il rischio (già concreto) di emulazione. 
la politica ha solidarizzato, per carità, cercando altrove le responsabilità o raccontandoci prontamente che era stato fatto il possibile (per quanto di loro competenza). 
tra qualche giorno tutto finirà nel dimenticatoio. Lo spettacolo deve andare avanti. 
almeno sino alla prossima portata sulla tavola imbandita della comunicazione al servizio della demagogia. 
e intanto? 
intanto una massa indistinta di gente che non riesce ad arrivare a fine mese si incammina incerta e zoppicante verso un futuro sempre più avvolto dalla nebbia promanata dalla fitch rating di turno. 
intanto a santa fara, a poggiofranco, a santa Caterina si innalzano cattedrali di cemento superaccessoriate (magari inizialmente destinate alle forze armate impegnate nella lotta alla mafia ma poi stranamente abitate da prestigiosi uffici e benestanti concittadini).
intanto per la riqualificazione (“waterfront” lo chiamano, per farci sbalordire!) degli alloggi popolari di san girolamo (anno del signore 2008) la burocrazia sonnecchia. 
intanto i nuovi poveri strozzati dagli affitti sono in arrivo. la polizia cominciasse a lucidare stivaletti, scudi, elmetti e manganelli: seguiranno sgomberi di abusivi dagli alloggi iacp!
intanto la “questione edilizia” viene romanticamente affidata al destino: nella città dei costruttori, intruppati nell’uno e nell’altro schieramento politico, non è tempo di agire. 
e nemmeno di capire. 
la crisi del mattone, poveri, fa piangere anche i loro bilanci!

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