mercoledì 28 settembre 2011

la legge dell'uomo, della storia e di dio

vi è mai capitato di chiedervi chi sia, cosa faccia, come viva, una persona che ha composto il vostro numero di telefono per errore cercando qualcuno o qualcosa che non siete voi?
io me lo chiedo ogni volta.

ecco, per la professione che svolgo, devo sempre capire (o sforzarmi di capire) se chi è dall'altra parte della scrivania mi sta mentendo o mi sta dicendo la verità.
o, ancora, se sta cercando di addolcire la sua bugia oppure se sta distorcendo la verità. 

è notorio, diciamo anche dogmatico, che lo scopo del processo (di ogni tipo di processo) è quello di ricercare la verità.
e solitamente si afferma che il giusto deve necessariamente accompagnarsi al vero (e viceversa).
ma se scindiamo l'oggettività di una simile osservazione dalla realtà è facile arrivare a conclusioni opposte.
perchè a volte può capitare che il giusto non si accompagni al vero e che il vero non si accompagni al giusto. e ciò per le più svariate motivazioni.

mi si può replicare che, però, ciò non muta la sostanza.
cioè quel che non è vero resta non vero e quindi ingiusto (e viceversa).
ma dinanzi alla legge -quella dell'uomo o quella della storia- io sarò nel giusto.
immacolato.

che poi dinanzi alla legge di dio il vero resta vero e si accompagna sempre al giusto è un'altra storia. altrettanto opinabile.
come opinabile può essere il giusto.


venerdì 23 settembre 2011

acconciatura hitleriana..

come dice quella canzone?
'this is what you'll get when you mess with us.."

la situazione è questa: tutto quanto ho avuto modo di scrivere su questo spazio, ogni polemica, ogni frase rigonfia di rabbia o ridondante perfido sarcasmo.
ogni goccia di tensione.
ogni attimo vissuto.
tutto quanto qui confermo e nego.

avrò il mio scalpo.
e poi davvero il resto.

(i've given all i can - it's not enough - i've given all i can - but we're still on the payroll)