domenica 28 novembre 2010

un dialogo..

‘non ha alcuna importanza che la tua impostazione sia legittima o non lo sia affatto’
le sue parole rintronano nella stanza mentre fuori avanza il buio del primo inverno
‘quello che conta è che la tua tesi sia vincente’
ogni tanto qualche goccia di pioggia graffia il vetro del finestrone che da sul balcone
‘se sostieni la tua tesi con convinzione, troverai sempre qualcuno disposto a sposarla’
i clacson delle macchine interrompono il silenzio
‘ecco perché non devi farmi queste domande’
finora, se ci penso, non è passata nessuna ambulanza e lo stesso dicasi per le pattuglie della polizia…la città è davvero sicura oggi?
‘un problema è tale solo quando si presenta’
penso che dovrei sedermi, invece resto in silenzio dietro la poltroncina con le mani bloccate che stringono il poggiaschiena
‘prepararsi ad affrontare un problema non significa essere in grado di superarlo’
già, ma prevederlo aiuta ad essere forti
‘intuirlo è solo una questione metafisica; la preparazione di un uomo non si vede dalla previsione di un problema, ma dalla capacità di saperlo affrontare in qualsiasi momento’
dovrei tenerli per me certi pensieri, come d'altronde sto facendo
‘la concentrazione deve essere una: sul tuo risultato’
è strano come i telefoni, solitamente trillanti, non squillino nei momenti più opportuni in questo studio durante queste situazioni
‘poi, il resto non conta…devi mordere l’avversario, agire con la mentalità del vincitore…diciamo anche del superuomo’
in realtà una volta capitò –che un telefono squillasse– e la scampai bella su una domanda cui non ero assolutamente in grado di rispondere, ma fu molto tempo fa…quanti anni sono passati?
‘l’ambizione non è una cattiva cosa se non la si intende con arroganza: essere tra i più bravi, se non il campione, nel proprio lavoro non significa perdere il contatto con la realtà’
tanti anni…
‘l’affermazione contraria è diffusa come un virus nocivo da chi non sa cosa fare della propria vita e la spreca o, comunque, non ne fa nulla di buono’
la prima volta lo vidi in televisione, sembrava tutto tranne che lucidamente severo
‘ma non voglio dir nulla di cattivo…ognuno è arbitro di se stesso, ma se tu vuoi restare qui devi conformarti al mio modo di vedere le cose’
ma anche quella volta era tanti anni fa…


morale della favola: finchè puoi, credi obbedisci combatti

giovedì 25 novembre 2010

(uno)

(ecco cosa mi hanno detto!)


tutto iniziò così

W.I.M.M.
W.I.M.M.

e non m'importava della pioggia che mi percuoteva sulla panchina, non mi curavo del fatto che la mia giacca, la mia camicia, la mia cravatta e i miei pantaloni fossero fradici e chiedevano pietà...
no, ero sulla panchina, quello mi bastava, mentre i bambini uscivano da scuola e qualcuno di loro si fermava a guardarmi con la testa di traverso prima di essere richiamato a gran voce dalla mamma...

W.I.M.M.

e allora non mi restava che pensare, ma non ne avevo voglia e restavo sotto la pioggia, le scarpe affogavano nella pozzanghera scura che non rifletteva la mia immagine ma solo frammenti e spigoli colpiti da gocce umide..

cosa potevo fare?

giovedì 26 agosto 2010

scacciapensieri!


"l'ho fatto a pezzi. poi ho riposto i suoi resti in poche buste dell'ipercoop e ho chiuso tutto in un cassetto della mia scrivania. quindi ho aspettato, giorno più giorno meno, un anno. poi ho aperto il cassetto. le buste biodegradabili della coop erano ormai scomparse ma lui era intatto. così l'ho messo nel congelatore. non avevo altra scelta. e adesso aspetto un altro anno e sto cambiando casa" (dal memoriale di a.c.)

venerdì 6 agosto 2010

"so sad about us.."

così ancora una volta mi sono ritrovato una porta chiusa dietro le spalle.
un dolore che avrei preferito non rinnovare ma penso...


penso a quando vedesti un cretino avvicinarsi davanti all'aula 7
penso a quando restammo in panne nel giorno della festa ed io mi innervosì mentre i fuochi d'artificio esplodevano (e non era così male)
penso all'assolato pomeriggio estivo quando la gazzella sfrecciò verso casa mia perchè le chiavi della macchina, parcheggiata sotto casa tua, rimasero dentro il portabagagli
penso a quando tagliasti parte dei capelli di pippi calzelunghe ritenendolo un difetto di fabbricazione

(e tanta altra roba, sorrido)

e poi penso alle lacrime che spesso non ho saputo raccogliere.
ma tutto resta ugualmente ingiusto.

penso che dovremmo risorgere.
per ora mi resta l'orologio che mi hai regalato e che segna solo le ore che continuano a separarci..

(tutto è amplificato dalla decisione -forse tardiva, ma non ci credo- che ora sembra non avere più molto senso se non in una prospettiva meramente e apparentemente individuale).

sabato 12 giugno 2010

memo..

il futuro è andare in giro per casa nudi e bevendo birra ghiacciata!



poi voi fate un pò quel che cazzo vi pare!

domenica 2 maggio 2010

lezioni dalla città - urbanistica/2

all'orribile non v'è mai fine!
smessi i panni del politico astensionista (trasformatosi in una concretizzazione del nobile principio del "predicar bene e razzolar male"), sono costretto a calarmi nei panni del cittadino indignato, del "tecnico" sensibile, dell'amante del "esteticamente corretto".
impresa ardua in quel di bari (la città che puzza, per chi ben ricorda)!
allora immaginiamo di camminare nel murattiano, ma anche nel quartiere picone e probabilmente anche in quel di madonnella, e proviamo (una volta tanto) ad alzare gli occhi al cielo.
avremo la senzazione, ben descritta da una "collega" blogger, di un solletico fastidioso.
in realtà è qualcosa di più vicino ad un ostinato prurito!
parafrasando volontè, nei panni del tremendo direttore del quotidiano "il giornale" nel film "sbatti il mostro in prima pagina", potremmo sicuramente affermare di non essere renzo piano e di non voler fare una lezione di estetica applicata all'urbanistica, ma lo scenario è avvilente.
quaroni nel 1976 ha cercato di ordinare l'assetto urbanistico della città con un prg in cui, come ha avuto modo di osservare enrico dalfino, <<...bari è pensata come città-metropoli, anzi addirittura come città-regione...>> ( "Dalla Basilica alla Metropoli", in "Bari Mundial" a cura di F. Pirro, pagg. 53-55, Delphos editore).

ma è lo stesso compianto sindaco ad ammettere che <<... sulle connotazioni del primo e del secondo modello non è stata raggiunta ancor oggi identità di veduta...>> (op. cit.) per poi concludere affermando che il piano del 1976<<...nel tempo ha dimostrato la sua inidoneità a garantire una equilibrata gestione dei processi di sviluppo del comprensorio barese...>> (op. cit.).
ed infatti basterebbe dare un rapido sguardo al prg quaroni per poter agevolmente constatare l'incompiuta "bari che è".

mercoledì 14 aprile 2010

piccolo manifesto del socialismo individualista

in principio si era soliti affermare che "il lavoro nobilita l'uomo".
poi qualcun'altro ha accolto maldestramente i suoi ospiti dichiarando, drammaticamente e con effetti devastanti, che il lavoro avrebbe reso libero l'uomo.
gli eventi si sono infine rincorsi costringendo l'uomo a rivedere la sua posizione, tanto che oggi non si può non dubitare circa la palese inconsistenza ed inadeguatezza del principio espresso nel primo articolo (ma anche nei seguenti) della nostra carta costituzionale, sino ad arrivare alla seguente desolante constatazione: il lavoro rende l'uomo solo.
la società di massa, nella sua orgia di contraddittori valori premianti l'ultraindividualismo, ha reso il cittadino del mondo globale e globalizzato bestialmente egoista.
ma trattasi di egoismo spesso involontario, quindi non voluto e per molti versi sofferto, che talvolta costringe alla resa, all'incapacità di rapportarsi genuinamente ai propri "consociati".
è la disfatta del comunitarismo.
è la risoluzione per inadempimento del contratto sociale.
e così la conseguenza più ambita è l'ignoranza. ignoranza che dona apparente libertà.
ma è la libertà del nuovo schiavo.

venerdì 9 aprile 2010

l'urna vuota..


(discorso di chiusura della campagna elettorale, 27/03/1876)

domenica 4 aprile 2010

poi, con il senso di prima..

mentre continuo a chiedermi chi ha vinto davvero le elezioni, dimentico di concludere la mia campagna elettorale, faccio il conto alla rovescia per le prossime consultazioni.
intanto in campania è accaduta una cosa senza precedenti nella provincia di salerno.
i fumetti prenderanno il sopravvento e, allora, per l'uomo non ci sarà più nulla da fare e forse un altro mio progetto farlocco (ben riposto in un cassetto) prenderà quota.
il problema sarà che il regime censurerà ogni forma di irragionevolezza che non sia quella promanata dal celestiale ministero dei buoni propositi e delle cattive intenzioni.
è il tempo dei fioretti e non vedo l'ora di sentire urlare dalla radio voci distorte che arringano folle inebriate di nulla!

sabato 20 marzo 2010

weltanschauung (rivisitazioni) - parte seconda

ognuno e ciascuno di noi talvolta avverte l’irrefrenabile desiderio di veder qualcosa di nuovo nell’aria e in questo disperato tentativo di dare boccate di vita si avventura in meandri spesso sconosciuti ma sentiti come familiari (come una placenta dal sapore inusuale ma nella quale ci si sente a proprio agio)...
d’altronde altrettanto spesso capita che quella stessa necessità umana e mortale di respirare nasconda insidie che ci avvolgono in cupi umori e miserabili tentazioni!
dove cercare, quindi, la via d’uscita? quella luce che nei film sbuca sempre alla fine di un tunnel?
come cercare di risalire la corrente senza farsi male o incappare in qualcosa di peggiore?
assumere modelli non basta quando la radice della società civile è malata ed i suoi slogan ripetitivi consumano la creatività e l’originalità del quieto vivere…
dove voglio arrivare? ebbene non lo so! perché anch’io come voi (noi, loro) sono alla disperata ricerca della speranza, cercando di non confonderla con l’imbranata utopia.
(mentre gli ultimi baluardi delle mie convinzioni oppongono strenua resistenza all’atroce scorrere della barbarie, nascondo in un angolo i miei pensieri più sconci).
ho sprecato parole, forse in questo eccello come non mai in altre cose, cose più importanti…
ma guardo oltre, più in là, dove un giorno la resa dei conti mi vedrà costretto a scendere al compromesso con me stesso e, forse, quel giorno non sarà male!
solo bisogna aver la forza di saper sorridere, guardare cercando di vedere il retro della scena sul palcoscenico del benpensare..

ecco, dunque, mi sono perso ma ricordo esattamente il motivo per il quale l’ho fatto: far perdere le mie tracce all’avversario…
il mio nemico è una scomoda struttura in lamiera, talvolta in legno, al cui interno barro della carta straccia che finisce, come corpo esanime, in un’urna a pregare per i miei peccati di cittadino della repubblica.
ma io non sono irresponsabile: cosa volete che significhi per me disubbidire?
è solo una forma meschina di conformarsi a quel che i capi del gregge vogliono.
a reazioni stupide non segue azione, ma indifferenza (e non ho sbagliato ordine di parole)…
ecco, sono interessatamente indifferente.
e mi metto a capo di una banda che non esiste e suona la sua musica solo per il vento.

venerdì 19 marzo 2010

alla frutta! alla frutta!

«andrò in piazza: non lo faccio mai, ma ieri avevo ospiti a cena e il ragazzo del servizio a domicilio è sul tetto del fruttivendolo che protesta per avere guanti di gomma nuovi. lo farò per reclamare il mio diritto di scegliere le mele, senza che mi diano quelle ammaccate e per difendere la mia libertà di parlare con il mercante di frutta e di non essere spiato dal vicino di casa» (the2sens - fonte: ansia notizie)

martedì 16 marzo 2010

weltanschauung (stralci) - parte prima...

<<...l’allontanamento del cittadino/elettore (o futuro elettore) dalla sensibilità alla partecipazione alla res publica è il rischio ed insieme il regalo più grande che la politica “civile” può fare alla politica collusa con la criminalità mafiosa.
l’interesse vivo della nazione è prima di tutto quello di far sentire i suoi cittadini inseriti nelle logiche politico-istituzionali ed anche legislative.
questo affinché la effettiva rappresentanza sia tale e non un mero utilizzo ad uso personale del fondamentale diritto del voto.
ma che siano logiche pulite e non affaristiche!>>
(da un giornale del 1876, ma anche del 2006...)

domenica 7 marzo 2010

segue...


"..ancor più a monte: se l'esercizio di un diritto sacrosanto, quello di voto, è affidato ad una combriccola di incapaci (nel presentarsi puntuali e/o nell'apporre delle firme) che -fino a prova contraria- governa la nazione e/o amministra i nostri enti territoriali, ritengo che qualcosa non funzioni e che questa democrazia sia davvero mediocre e non il migliore dei sistemi possibili (con buona pace di massimo fini!).
giustificare la democrazia con la democrazia: ma se la seconda è irragionevolmente imperfetta, la prima non muta la sua sostanza!"

giovedì 4 marzo 2010

scusate il ritardo...

non si fa una rivoluzione perchè qualche maldestro funzionario (o presunto tale) ha i crampi allo stomaco.
ma il teatrino italia propina ai suoi sempre più allibiti spettatori un altro spettacolo miserabile.
pensavamo di aver raschiato il fondo, invece pare che il governo è pronto a scendere in piazza per difendere e legittimare una condotta contro la legge.
(il rispetto delle regole è ormai vetusta carta straccia, buona per appiccare il fuocherello per l'arrosto della domenica o al massimo per imbottire le gabbie dei canarini).
staremo a vedere.
il consiglio dei ministri dovrebbe riunirsi ad ore per "valutare il da farsi", mentre l'agenzia asca riferisce di un ennesimo ritardo del legale del pdl incaricato di promuovere ricorso al tar avverso il provvedimento giurisdizionale di esclusione della lista formigoni in lombardia: alle 13.10 ha trovato la cancelleria, ahilui, già chiusa (orario ultimo di accettazione atti: 13.00). una telefonata gli ha aperto la porta del tribunale amministrativo lombardo, ma resta un mistero l'ammissibilità o meno del ricorso.
(viviamo in un mondo difficile, probabilmente qualche magistrato si farà saltare in aria durante un'udienza).
gli scienziati riferiscono che il devastante terremoto che ha scosso il cile ha spostato l'asse terrestre provocando un accorciamento della giornata di 1,26 milionesimi di secondo.
andatelo a dire al governo italiano, magari fanno un decreto che riporta la giornata alla sua durata naturale.
salvo pausa pranzo. ovviamente.