giovedì 25 novembre 2010

(uno)

(ecco cosa mi hanno detto!)


tutto iniziò così

W.I.M.M.
W.I.M.M.

e non m'importava della pioggia che mi percuoteva sulla panchina, non mi curavo del fatto che la mia giacca, la mia camicia, la mia cravatta e i miei pantaloni fossero fradici e chiedevano pietà...
no, ero sulla panchina, quello mi bastava, mentre i bambini uscivano da scuola e qualcuno di loro si fermava a guardarmi con la testa di traverso prima di essere richiamato a gran voce dalla mamma...

W.I.M.M.

e allora non mi restava che pensare, ma non ne avevo voglia e restavo sotto la pioggia, le scarpe affogavano nella pozzanghera scura che non rifletteva la mia immagine ma solo frammenti e spigoli colpiti da gocce umide..

cosa potevo fare?

giovedì 26 agosto 2010

scacciapensieri!


"l'ho fatto a pezzi. poi ho riposto i suoi resti in poche buste dell'ipercoop e ho chiuso tutto in un cassetto della mia scrivania. quindi ho aspettato, giorno più giorno meno, un anno. poi ho aperto il cassetto. le buste biodegradabili della coop erano ormai scomparse ma lui era intatto. così l'ho messo nel congelatore. non avevo altra scelta. e adesso aspetto un altro anno e sto cambiando casa" (dal memoriale di a.c.)

venerdì 6 agosto 2010

"so sad about us.."

così ancora una volta mi sono ritrovato una porta chiusa dietro le spalle.
un dolore che avrei preferito non rinnovare ma penso...


penso a quando vedesti un cretino avvicinarsi davanti all'aula 7
penso a quando restammo in panne nel giorno della festa ed io mi innervosì mentre i fuochi d'artificio esplodevano (e non era così male)
penso all'assolato pomeriggio estivo quando la gazzella sfrecciò verso casa mia perchè le chiavi della macchina, parcheggiata sotto casa tua, rimasero dentro il portabagagli
penso a quando tagliasti parte dei capelli di pippi calzelunghe ritenendolo un difetto di fabbricazione

(e tanta altra roba, sorrido)

e poi penso alle lacrime che spesso non ho saputo raccogliere.
ma tutto resta ugualmente ingiusto.

penso che dovremmo risorgere.
per ora mi resta l'orologio che mi hai regalato e che segna solo le ore che continuano a separarci..

(tutto è amplificato dalla decisione -forse tardiva, ma non ci credo- che ora sembra non avere più molto senso se non in una prospettiva meramente e apparentemente individuale).

sabato 12 giugno 2010

memo..

il futuro è andare in giro per casa nudi e bevendo birra ghiacciata!



poi voi fate un pò quel che cazzo vi pare!

domenica 2 maggio 2010

lezioni dalla città - urbanistica/2

all'orribile non v'è mai fine!
smessi i panni del politico astensionista (trasformatosi in una concretizzazione del nobile principio del "predicar bene e razzolar male"), sono costretto a calarmi nei panni del cittadino indignato, del "tecnico" sensibile, dell'amante del "esteticamente corretto".
impresa ardua in quel di bari (la città che puzza, per chi ben ricorda)!
allora immaginiamo di camminare nel murattiano, ma anche nel quartiere picone e probabilmente anche in quel di madonnella, e proviamo (una volta tanto) ad alzare gli occhi al cielo.
avremo la senzazione, ben descritta da una "collega" blogger, di un solletico fastidioso.
in realtà è qualcosa di più vicino ad un ostinato prurito!
parafrasando volontè, nei panni del tremendo direttore del quotidiano "il giornale" nel film "sbatti il mostro in prima pagina", potremmo sicuramente affermare di non essere renzo piano e di non voler fare una lezione di estetica applicata all'urbanistica, ma lo scenario è avvilente.
quaroni nel 1976 ha cercato di ordinare l'assetto urbanistico della città con un prg in cui, come ha avuto modo di osservare enrico dalfino, <<...bari è pensata come città-metropoli, anzi addirittura come città-regione...>> ( "Dalla Basilica alla Metropoli", in "Bari Mundial" a cura di F. Pirro, pagg. 53-55, Delphos editore).

ma è lo stesso compianto sindaco ad ammettere che <<... sulle connotazioni del primo e del secondo modello non è stata raggiunta ancor oggi identità di veduta...>> (op. cit.) per poi concludere affermando che il piano del 1976<<...nel tempo ha dimostrato la sua inidoneità a garantire una equilibrata gestione dei processi di sviluppo del comprensorio barese...>> (op. cit.).
ed infatti basterebbe dare un rapido sguardo al prg quaroni per poter agevolmente constatare l'incompiuta "bari che è".

mercoledì 14 aprile 2010

piccolo manifesto del socialismo individualista

in principio si era soliti affermare che "il lavoro nobilita l'uomo".
poi qualcun'altro ha accolto maldestramente i suoi ospiti dichiarando, drammaticamente e con effetti devastanti, che il lavoro avrebbe reso libero l'uomo.
gli eventi si sono infine rincorsi costringendo l'uomo a rivedere la sua posizione, tanto che oggi non si può non dubitare circa la palese inconsistenza ed inadeguatezza del principio espresso nel primo articolo (ma anche nei seguenti) della nostra carta costituzionale, sino ad arrivare alla seguente desolante constatazione: il lavoro rende l'uomo solo.
la società di massa, nella sua orgia di contraddittori valori premianti l'ultraindividualismo, ha reso il cittadino del mondo globale e globalizzato bestialmente egoista.
ma trattasi di egoismo spesso involontario, quindi non voluto e per molti versi sofferto, che talvolta costringe alla resa, all'incapacità di rapportarsi genuinamente ai propri "consociati".
è la disfatta del comunitarismo.
è la risoluzione per inadempimento del contratto sociale.
e così la conseguenza più ambita è l'ignoranza. ignoranza che dona apparente libertà.
ma è la libertà del nuovo schiavo.

venerdì 9 aprile 2010

l'urna vuota..


(discorso di chiusura della campagna elettorale, 27/03/1876)

domenica 4 aprile 2010

poi, con il senso di prima..

mentre continuo a chiedermi chi ha vinto davvero le elezioni, dimentico di concludere la mia campagna elettorale, faccio il conto alla rovescia per le prossime consultazioni.
intanto in campania è accaduta una cosa senza precedenti nella provincia di salerno.
i fumetti prenderanno il sopravvento e, allora, per l'uomo non ci sarà più nulla da fare e forse un altro mio progetto farlocco (ben riposto in un cassetto) prenderà quota.
il problema sarà che il regime censurerà ogni forma di irragionevolezza che non sia quella promanata dal celestiale ministero dei buoni propositi e delle cattive intenzioni.
è il tempo dei fioretti e non vedo l'ora di sentire urlare dalla radio voci distorte che arringano folle inebriate di nulla!

sabato 20 marzo 2010

weltanschauung (rivisitazioni) - parte seconda

ognuno e ciascuno di noi talvolta avverte l’irrefrenabile desiderio di veder qualcosa di nuovo nell’aria e in questo disperato tentativo di dare boccate di vita si avventura in meandri spesso sconosciuti ma sentiti come familiari (come una placenta dal sapore inusuale ma nella quale ci si sente a proprio agio)...
d’altronde altrettanto spesso capita che quella stessa necessità umana e mortale di respirare nasconda insidie che ci avvolgono in cupi umori e miserabili tentazioni!
dove cercare, quindi, la via d’uscita? quella luce che nei film sbuca sempre alla fine di un tunnel?
come cercare di risalire la corrente senza farsi male o incappare in qualcosa di peggiore?
assumere modelli non basta quando la radice della società civile è malata ed i suoi slogan ripetitivi consumano la creatività e l’originalità del quieto vivere…
dove voglio arrivare? ebbene non lo so! perché anch’io come voi (noi, loro) sono alla disperata ricerca della speranza, cercando di non confonderla con l’imbranata utopia.
(mentre gli ultimi baluardi delle mie convinzioni oppongono strenua resistenza all’atroce scorrere della barbarie, nascondo in un angolo i miei pensieri più sconci).
ho sprecato parole, forse in questo eccello come non mai in altre cose, cose più importanti…
ma guardo oltre, più in là, dove un giorno la resa dei conti mi vedrà costretto a scendere al compromesso con me stesso e, forse, quel giorno non sarà male!
solo bisogna aver la forza di saper sorridere, guardare cercando di vedere il retro della scena sul palcoscenico del benpensare..

ecco, dunque, mi sono perso ma ricordo esattamente il motivo per il quale l’ho fatto: far perdere le mie tracce all’avversario…
il mio nemico è una scomoda struttura in lamiera, talvolta in legno, al cui interno barro della carta straccia che finisce, come corpo esanime, in un’urna a pregare per i miei peccati di cittadino della repubblica.
ma io non sono irresponsabile: cosa volete che significhi per me disubbidire?
è solo una forma meschina di conformarsi a quel che i capi del gregge vogliono.
a reazioni stupide non segue azione, ma indifferenza (e non ho sbagliato ordine di parole)…
ecco, sono interessatamente indifferente.
e mi metto a capo di una banda che non esiste e suona la sua musica solo per il vento.

venerdì 19 marzo 2010

alla frutta! alla frutta!

«andrò in piazza: non lo faccio mai, ma ieri avevo ospiti a cena e il ragazzo del servizio a domicilio è sul tetto del fruttivendolo che protesta per avere guanti di gomma nuovi. lo farò per reclamare il mio diritto di scegliere le mele, senza che mi diano quelle ammaccate e per difendere la mia libertà di parlare con il mercante di frutta e di non essere spiato dal vicino di casa» (the2sens - fonte: ansia notizie)

martedì 16 marzo 2010

weltanschauung (stralci) - parte prima...

<<...l’allontanamento del cittadino/elettore (o futuro elettore) dalla sensibilità alla partecipazione alla res publica è il rischio ed insieme il regalo più grande che la politica “civile” può fare alla politica collusa con la criminalità mafiosa.
l’interesse vivo della nazione è prima di tutto quello di far sentire i suoi cittadini inseriti nelle logiche politico-istituzionali ed anche legislative.
questo affinché la effettiva rappresentanza sia tale e non un mero utilizzo ad uso personale del fondamentale diritto del voto.
ma che siano logiche pulite e non affaristiche!>>
(da un giornale del 1876, ma anche del 2006...)

domenica 7 marzo 2010

segue...


"..ancor più a monte: se l'esercizio di un diritto sacrosanto, quello di voto, è affidato ad una combriccola di incapaci (nel presentarsi puntuali e/o nell'apporre delle firme) che -fino a prova contraria- governa la nazione e/o amministra i nostri enti territoriali, ritengo che qualcosa non funzioni e che questa democrazia sia davvero mediocre e non il migliore dei sistemi possibili (con buona pace di massimo fini!).
giustificare la democrazia con la democrazia: ma se la seconda è irragionevolmente imperfetta, la prima non muta la sua sostanza!"

giovedì 4 marzo 2010

scusate il ritardo...

non si fa una rivoluzione perchè qualche maldestro funzionario (o presunto tale) ha i crampi allo stomaco.
ma il teatrino italia propina ai suoi sempre più allibiti spettatori un altro spettacolo miserabile.
pensavamo di aver raschiato il fondo, invece pare che il governo è pronto a scendere in piazza per difendere e legittimare una condotta contro la legge.
(il rispetto delle regole è ormai vetusta carta straccia, buona per appiccare il fuocherello per l'arrosto della domenica o al massimo per imbottire le gabbie dei canarini).
staremo a vedere.
il consiglio dei ministri dovrebbe riunirsi ad ore per "valutare il da farsi", mentre l'agenzia asca riferisce di un ennesimo ritardo del legale del pdl incaricato di promuovere ricorso al tar avverso il provvedimento giurisdizionale di esclusione della lista formigoni in lombardia: alle 13.10 ha trovato la cancelleria, ahilui, già chiusa (orario ultimo di accettazione atti: 13.00). una telefonata gli ha aperto la porta del tribunale amministrativo lombardo, ma resta un mistero l'ammissibilità o meno del ricorso.
(viviamo in un mondo difficile, probabilmente qualche magistrato si farà saltare in aria durante un'udienza).
gli scienziati riferiscono che il devastante terremoto che ha scosso il cile ha spostato l'asse terrestre provocando un accorciamento della giornata di 1,26 milionesimi di secondo.
andatelo a dire al governo italiano, magari fanno un decreto che riporta la giornata alla sua durata naturale.
salvo pausa pranzo. ovviamente.


sabato 2 gennaio 2010

non ho vizi minori...

il duemiladieci inizia all'insegna di un moderatissimo discorso di fine anno interpretato da uno dei più pacati presidenti che la repubblica italiana abbia memoria.
e mentre napolitano (che si è definito, a giusta ragione, presidente di tutti gli italiani) invita eletti ed elettori a guardare con animo sereno la prossima fase politica nazionale, nelle regioni "a rischio" -cioè quelle che la prossima primavera andranno alle urne per i rinnovi di giunta e consiglio- pare che, ancora una volta, si stiano consumando lotte tra i caino ed abele di turno.
la regione più colpita dal terremoto è, paradossalmente, proprio quella che (da molti, ma non si sa chi) era stata appena qualche anno fa vista come un laboratorio politico sperimentale dopo l'elezione del (ormai) vituperato (ex) comunista nichi vendola.
la bufera che in puglia sta spazzando via la credibilità del (mai nato) partito democratico sta permettendo al suo (altrettanto inconcepito) avversario di maggioranza di stare alla finestra, nonostante quest'ultimo mi sembra essere in una situazione non tanto migliore e senza un candidato ufficiale (voci di corridoio a parte) ed in attesa di apparentarsi con l'udc di casini e io sud della poli bortone.
la sinistra, invece, di candidati (e relative grane) ne ha ben due (se non tre!).
da un lato, colui che ha dato il 'via' alle operazioni di rinnovo politico pugliese, alla ricerca della riconferma; dall'altro, colui che -presentato come 'homo novus' (o presunto tale) nell'agone politico locale, sospinto dai salotti buoni del capoluogo pugliese- è forse oggi il peggiore interprete della politica intesa come compromesso necessario disposto a nervosi braccio di ferro pur di far prevalere quella che può considerarsi la 'ragione di partito' (oh, come ci manca la 'ragion di stato' che affossò aldo moro!).



[divagazione: il partito, questa scatola ottocentesca sempre più vuota, un tempo attraversato da passionali tensioni ideologiche annodate tra loro in virtù di uno "stupendo" senso di appartenenza.
chi oggi appartiene a cosa?
antonio padellaro, direttore de "il fatto quotidiano", ha scritto lo scorso 30 dicembre che <<...in politica, l’appartenenza è la partecipazione attiva nei confronti di una comunità...>> e che questo senso di appartenenza, da (bisogna ammetterlo) sempre più radicato in certa sinistra, è tale <<...per la capacità di creare legami e passione (...). Per un’idea condivisa di solidarietà e di progresso sociale...>>.
dopo le tristi vicende dei primi anni novanta (le stesse per i quali oggi rimpiangiamo certa politica e certi uomini politici cui vorremmo dedicare piazze, giardini e strade) questo senso di appartenenza è andato via via disgregandosi per restare immutato solo nei poli estremi dell'arco costituzionale.
poi nel 1995 il movimento sociale italiano è stato archiviato per far posto ad alleanza nazionale i cui dirigenti (per favore, non chiamateli più colonnelli!) oggi occupano prestigiosi ministeri.
a distanza di tredici anni, dopo guerre intestine e scissioni, è l'estrema sinistra a deporre le armi per una scelta (in)coerente rispetto all'ormai storico asse moro-berlinguer.
ma forse sto divagando troppo].

tra i due contendenti, leggendo il giornale di oggi, si insinua l'ombra di francesco boccia.
soluzione che appare possibile stante il presunto "ritiro" del sindaco di bari (fino a quando? sino alla prossima smentita o al prossimo ripensamento? assisteremo a nuovi tentennamenti, velate minacce e giustificazioni, dico e non dico, smentite e quant'altro?) dalla corsa per lo scranno di presidente della giunta regionale pugliese.
in questa bagarre di nomi l'unico a tener duro è nichi vendola.
il suo, a mio avviso, non è un braccio di ferro con i vertici del pd pugliese, ma una posizione legittima annunciata già lo scorso novembre e che ha spiazzato il secondo maggior partito politico italiano (e poi ci spieghi di pietro perchè in puglia preferisce turarsi il naso e allearsi con l'udc).
quella del governatore uscente non può essere, come invece non ha esistato a dire emiliano, la causa della spaccatura del partito democratico.
ciò per due motivi:
1) vendola non fa parte del partito democratico, ma è leader di un movimento poltico (sinistra ecologia e libertà) che -a tutto voler concedere- può apparentarsi con il pd in vista delle elezioni regionali;
2) se il partito democratico, specie in puglia, invece di essere coeso e unito dinanzi al suo "uomo" (emiliano), si è frammentato in sostenitori ed oppositori di vendola, significa che il sindaco di bari non gode di quella fiducia che invece pretende (la famosa unanimità dell'assemblea regionale).
e se, d'altronde, lo stesso emiliano vuol far dipendere la data delle primarie (che, ormai, sembrano una possibilità remota) alla discussione, votazione e approvazione di quell'orrenda legge ad personam sulla incompatibilità elettorale -che gli permetterebbe di mantenere salda la poltrona di sindaco in caso di sconfitta (alle primarie pd e/o alle elezioni regionali)- allora significa che è perfettamente cosciente di un tremendo sgambetto (benvoluto, probabilmente, dalle parti di gallipoli).
insomma, di tornare a fare il magistrato per ora non se ne parla!

volendo tirare le fila del discorso...
la soluzione emiliano non piace a bari e non piace alla puglia.
forse piace al pdl pronto a riprendersi il palazzo della regione sulle ceneri della guerra senza quartieri in atto nel centrosinistra.
non piace certamente al consiglio comunale barese che -per accontentare i personalismi del sindaco- si vedrebbe esautorato a pochi mesi dalla sua elezione.
ma questo è un dettaglio. o meglio, dovrebbe esserlo, dato che al centro della decisione dovrebbe esserci non solo l'esigenza del partito ma anche la voce dell'elettore, del tesserato, del simpatizzante.
(la vittoria delle liste fatte in segreteria trova ancora una sua piena realizzazione).
così conclude padellaro il suo editoriale dello scorso 30 dicembre: <<...la progressiva scomparsa dell’appartenenza come collante del consenso potrebbe non essere un guaio, se costringesse i leader dell’opposizione a cambiare musica e a occuparsi dei propri elettori. Ma forse chiediamo davvero troppo>>.
probabilmente il problema è proprio in questo: la sinistra (o l'opposizione) sembra avere troppi leaders, spesso in contrasto tra loro, incapaci di dare una direzione univoca ai loro programmi, questi ultimi tutti incentrati su un ormai superato, stantio, inefficace e monotono antiberlusconismo.
io, disinteressato ai fili invisibili della politica locale e semplice osservatore (senza scopo di lucro), vorrei solo avere un motivo valido per recarmi alle urne.
ma forse chiedo davvero troppo...