lunedì 5 dicembre 2011

muoiono per delle idee. ma di morte lenta.


è fin troppo facile, quasi un esercizio retorico plastico e senza intoppi, muovere obiezioni a quanto accaduto lo scorso primo dicembre a roma.
ma andiamo con ordine. le parole chiave del nostro trattare sono: università statale di roma, oscar giannino, uova, pomodori. e una spolverata di idiozia.
la cronaca è nota e non è questa la sede per riassumerla. e poi non conta.
come non contano, o forse conteranno solo alla fine, i coloriti epiteti dei contestatori nei confronti del giornalista.
quel che importa è la morale della favola che ci è stata raccontata.
la supremazia del pensiero unico (il loro) ha dato nuova linfa al ritornello, già sperimentato in occasione del mancato discorso di benedetto XVI all’inaugurazione dell’anno accademico 2008 de “la sapienza”, della inossidabile convinzione per cui la verità è da un “lato” (sempre il loro) e non può essere altrimenti.
perciò non si dolgano quei signori se la loro “impressione di libertà” è talmente sbilenca da avvalorare e rendere più autentica e sincera la definizione di libertà di un uomo politico italiano che, pur tra i “vinti” del dopoguerra, ci ha insegnato che ogni qual volta un pensiero e/o un sentimento sono condivisi da una comunità, pure piccola, di persone lì è la piena libertà di poterli esternare.
eppure dobbiam ancora ascoltare patetici slogan che riecheggiano ormai afoni nelle nostre orecchie distratte e che mi sembra attestino solo l’incessante stagnazione intellettuale di chi si ritiene sensibile a certo “progresso”: se dio è morto, marx si starà rivoltando nella tomba!

1 commento:

the2sens ha detto...

..e quasi sembra profetico il precedente post in cui ho avuto l'ardire di scomodare fabrizio de andrè!