mercoledì 19 giugno 2013

di nuovo in treno..

la scena era questa.
il sole martellava l'asfalto rendendo ormai lontano l'odore di quella campagna selvatica così cara, ora episodica.
uscì dal portone del palazzo che ospitava il suo ufficio, guardando a destra ed a sinistra, cercandolo.
lui era lì di fronte, quasi nascosto in un bar, senza divertirsi (ma fingendo il contrario) come faceva la gente intorno a lui.
lei rientrò di fretta, l'aspettava la vita.
lui raccolse un petalo e lo mise nel portafoglio. serviva a ricordargli l'ennesima occasione mancata.
poteva solo immaginare che non sarebbe stata l'ultima ed oggi, infatti, quei petali avrebbero potuto addobbare una chiesa in festa.
di quel giorno rimase una fotografia e una storia mai raccontata.
poi avanti..
tanti anni dopo, di quella fotografia, venne meno la parte meno nitida e rimase l'immagine di quel vagone del treno (o forse era una sala d'attesa) dove quel signore anziano, emigrato troppo tempo prima per cercare (forse trovandola) una vita migliore, ammonì con paterno affetto la strana coppia che gli si era parata davanti.
venne infine il primo vino caldo. non fu male.
tranne due cose. forse tre.
no, no. è perso ormai il conto.

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